Patrimonio Artistico

Chiese e santuario
Interessante è la Chiesa Madre dedicata a San Valentino, patrono del paese, edificata forse nel Duecento e ricostruita parzialmente nel Settecento. La facciata mostra un bel portale in pietra con la Porta di S. Valentino, caratterizzata da venti formelle raffiguranti episodi della vita del santo. Al suo interno custodisce opere di pregiatissimo valore artistico e religioso. Tra queste, la settecentesca scultura lignea policroma del protettore del paese S. Valentino, la tela dipinta ad olio da Giovanni De Gregorio, detto il Pietrafesa (“Donazione della stola a S. Idelfonso”, 1622). Ancora la tela dipinta ad olio del 1797 Madonna della Grazie, di Francesco Maugieri; la splendida scultura lignea policroma Madonna col Bambino del sec. XV, una realizzazione possente e grandiosa nella struttura di moderato equilibrio, senza esasperazioni formali tipiche del gotico; l’acquasantiera, a vaschetta sostenuta da una mano, con due protomi di cherubini, spartite da un’aquila bicipite, attribuita recentemente a Francesco Antonio da Sicignano (il maestro di Noepoli, scultore lapideo XV-XVI secolo) o alla sua bottega.
Dietro l’altare centrale spicca un coro ligneo del XV secolo, d’autore ignoto, d’ottima fattura e ben conservato. Alla sacrestia si accede dal portale in pietra dell’Ottocento, proveniente dal Convento dei Cappuccini. Dopo il restauro, effettuato dalla Soprintendenza ai Beni artistici della Basilicata, nella sacrestia è stata collocata la scultura del XIII o XIV secolo Madonna di Monteforte, benedicente, che ha in braccio il Bambino. Proviene dal Santuario di Monteforte. D’epoca bizantina, è in legno policromo dorato ed è inserita su un magnifico altare barocco (decorato anch’esso in oro) in un leggerissimo ed elaborato trono, arricchito lateralmente da teste d’angeli. La figura imponente e severa della Vergine s’impone non come astratta figurazione simbolica, ma come vera presenza umana. La studiata articolazione della figura della Madonna e la morbida delicatezza del panneggio, decorato in oro, fanno emergere un’immagine elegante con un certo preziosismo formale.

Da visitare è l’antica Chiesetta di S. Gerardo. Nell’interno, si notano gli affreschi del 1566 Madonna con Bambino (entro una piccola edicola) e (in alto e lateralmente) Eterno, due profeti e S. Elena, realizzati da Giovanni Todisco su affreschi medioevali, non ancora portati completamente alla luce. La Madonna col Bambino forse fu avviata da Giovanni e completata da Girolamo Todisco. Le delicate immagini sono dipinte con estrema vivacità e con commossa vena poetica.

Il Santuario di Monteforte sorge sulla sommità del monte omonimo. Originariamente la struttura muraria ed architettonica comprendeva un solo vano rettangolare, poi ampliato nel Cinquecento. Nell’interno custodisce affreschi di Giovanni e Girolamo Todisco e di altri pittori locali di epoche diverse. Questi affreschi sono una raffigurazione simbolica dell’umanità, resa “creatura nuova” dal rapporto con Dio. Il più antico di questi affreschi è il Christo Pantocrator, del 1050 nel catino absidale, ripreso da Giovanni Todisco.
Gli affreschi da lui realizzati in questa chiesa fanno parte della sua produzione giovanile e costituiscono il ciclo mariano, tra cui l’Incoronazione della Madonna col Bambino e l’Annunciazione. In dette opere “innesta recuperi iconografici e stilistici da Simone da Firenze” ed inserisce le sottili vibrazioni delle spettacolari montagne abriolane.
Meravigliosa è la Chiesa dell’Annunziata che custodisce trentasei metri quadrati di affreschi, dipinti da Giovanni e Girolamo Todisco e da altri ignoti pittori. Bellissimo è pure il Paliotto, magnifica tarsia lignea del Settecento.

Palazzo baronale

Il castello costruito sulla più alta delle tre creste su cui si adagia il paese, fino al 1809, data del noto eccidio della famiglia Federici per mano della banda del brigante Scozzettino, è stato il centro della vita sociale e politica del paese. Purtroppo pochi resti rimangono del castello feudale.




Tra natura, sport e tradizione

Abriola, grazie alle sua vocazione naturalistica è inserita in un comprensorio sciistico il Sellata-Arioso che si estende in un paesaggio ricchissimo di faggi secolari, nel cuore della Basilicata, a pochi chilometri dal capoluogo Potenza.
Offre 6 impianti di risalita e 10 piste, tutte collegate sci ai piedi, per un’estensione di 8 km, che spaziano dai 1350 metri della Sellata fino ai 1744 m del Monte Pierfaone e ai 1710 m del Monte Arioso, cima che offre una vista stupenda su tutte le montagne circostanti (Volturino, Pollino, Alpi, Sirino, Cervati, Monti Alburni, Cervialto) e permette allo sciatore di assaporare la bellezza del comprensorio. Il Sellata-Arioso, collocato in uno splendido scenario incontaminato, tra rifugi montani di alta quota, dotati di tutti i servizi e comfort, è sinonimo di piste panoramiche e ben livellate, da professionisti del settore.
La vastità del comprensorio riesce a soddisfare sia gli sciatori più esigenti e sia chi si avvicina per la prima volta al mondo dello sci. Le abbondanti nevicate, la splendida posizione, i sentieri montani e le bellissime strutture ricettive di cui è dotato ne fanno un luogo ideale per gli amanti degli sport invernali e della natura.
Anche gli amanti della buona cucina si trovano a proprio agio nelle località del Sellata-Arioso e sulle piste, dove i rifugi in quota confortano gli sciatori che preferiscono rimanere sulle piste tutta la giornata senza però rinunciare ad una meritata pausa davanti ad un piatto tipico.